È nato Pedala Diritto

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Cervelli che frullano, tazze di caffè che si svuotano, rotoli di carta che si srotolano per preparare un progetto sintetico (che potesse contenere, però, tutti i nostri ideali). E’ così che nasce Pedala Diritto.

Era il 2018 ed era agosto. Eravamo in Puglia sulle Murge, più precisamente in un paesino “presepe” come ce ne sono tanti in quella zona, arroccato su due colline, tutto bianco di “chianghe”, fatto di viuzze, di scale, di bellissimi scorci, di persone sedute fuori dalle proprie porte per chiacchierare, di “controre”, di formaggi paesani, di caldo e cicale.

Il tempo scorreva lento ma non c’era noia in quelle ore calme passate a decidere cosa fare (o non fare) e a mangiare prelibatezze. La casa era in una piacevole ombra e dal balcone potevamo vedere altri paesi dell’entroterra, i campi coltivati e l’amato Vulture.

Una vacanza all’insegna della tranquillità, senza nessun affanno di dover per forza muoverci e vedere città, paesi, laghi, mari, isole, fare cose, vedere gente, stressarci, parlare.

C’era solo il dolce far niente. Non c’era nessun programma da seguire.

Eppure di cose ne abbiamo fatte durante quella vacanza: abbiamo incontrato persone nuove, ospitato amici, goduto delle meraviglie del territorio e guidato parecchio la macchina. Ma in quell’agosto 2018 abbiamo scoperto la bellezza di muoverci lentamente, secondo un ritmo umano e secondo i nostri desideri, assecondando la stanchezza o l’energia del momento, dando valore al tempo.

Certi viaggi ti cambiano la vita e non importa se sei in un posto che conosci benissimo o se è completamente nuovo, a volte accade di provare emozioni sconosciute e capire cosa vuoi veramente, come un’illuminazione. Da quella vacanza lenta, da quel paese molto familiare è nato un mantra una volta tornate a casa: “Non ho più tempo di lavorare”.

Già, perché quel tempo lento a cui abbiamo dato molto valore e che ci ha rigenerate nel profondo, ci ha fatto capire che non possiamo sprecarlo facendo cose che non ci soddisfano. Quel mantra che ci frullava nella testa, per noi significava esattamente: ho molte passioni che ritengo irrinunciabili e credo che il mio tempo libero abbia molto più valore di quanto io non abbia mai creduto sinora. Ritengo che le mie attività extra-lavorative siano importanti almeno quanto quelle lavorative, quindi da oggi in poi farò in modo di valorizzarle!

Così abbiamo concentrato l’attenzione sul nostro tempo libero, ci siamo chieste cosa ci sarebbe piaciuto fare nella vita e abbiamo cercato di dare unità alle passioni personali dell’una e dell’altra (di cui, fortunatamente, molte erano già comuni): attivismo per i diritti umani, danze tradizionali, viaggi.

Si sono susseguite scelte importanti, abbiamo messo in gioco una grande parte di noi. Abbiamo anche avuto paura. Quella di non farcela a fare circa 1500km con la bicicletta (a mala pena sappiamo andare senza rotelle!), quella di stare facendo una cosa inutile, quella che possa succedere qualcosa lungo il percorso che non sappiamo gestire.. Insomma, pensate di cosa avreste paura voi ad affrontare un viaggio così…bhè, anche noi ce l’abbiamo.

Fino a quando un giorno, confidando ad alcuni amici i nostri intenti, il progetto che stava nascendo e la nostra paura, ci fu risposto con un proverbio napoletano: “Chi tène paùra nun se cocca cu ‘e ffémmene belle” (chi ha paura, è timido, non va a letto con le donne belle). Ed ecco il secondo mantra che ci ha guidate. Non che volessimo coricarci letteralmente con delle belle donne però il proverbio ci ha fatto capire che la paura era stata certamente utile fino a quell’attimo ma era giunto il momento di osare, di non essere timide, di buttarci in quello in cui credevamo. Nonostante la paura.

Ed ecco che, metaforicamente, abbiamo trovato quelle femmine belle citate dal proverbio, il nostro progetto è diventato sempre più concreto, si è delineato meglio, abbiamo aggiunto e cambiato dettagli mille volte aiutate da molte tazze di caffè leccese (a proposito, lo consigliamo a tutti perché è buonissimo!) e pasticciato, stropicciato, colorato molti fogli di carta.

Fino ad arrivare al terzo mantra, guida concettuale e concreta di quello che sentiamo giusto: “Nessuno è neutrale”. Lo abbiamo sentito durante un’intervista a Mimmo Lucano (ex sindaco di Riace) e la frase ha subito risuonato dentro di noi. Così lo abbiamo immediatamente interpretato a modo nostro.

Nessuno è neutrale, per noi, vale in ogni contesto: l’incontro tra persone non è neutrale per nessuno; le piccole e sane scelte quotidiane non sono neutrali né per chi le fa, né per gli altri; persino la decisione di non agire di fronte ad una situazione che può sembrare troppo grande non è neutrale.

L’ultimo mantra ha rafforzato ulteriormente la nostra curiosità di conoscere chi fa ogni giorno scelte che volutamente non sono neutrali, persone che si schierano a volte anche impopolarmente, che non seguono le masse comode ma ragionano e scelgono di conseguenza.

Anche ora è (quasi) agosto. È passato un anno da quando abbiamo deciso di metterci in gioco. Abbiamo lo stesso spirito lento di un anno fa e tutto l’entusiasmo maturato durante questo periodo creativo.

Abbiamo ancora alcune cose da fare prima di partire, ma possiamo finalmente annunciare che:

è nato Pedala Diritto!

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